Un rito di fine estate

sul fiume Tara all’alba del 1 settembre 2022
All’alba del 1 settembre si svolge una rito spontaneo che raduna coloro che da sempre, credono nelle capacità terapeutiche di queste acque e, appena è possibile, vi si immergono e vi galleggiano incuranti della loro temperatura. Cercano un sollievo, un refrigerio, la possibilità magica di una cura. La grande acciaieria è a pochi chilometri ma qui sembra di ritornare in un periodo precedente alla riforma agraria ed alla industrializzazione che a partire dagli anni 50 ha definitivamente cambiato il paesaggio della costa ionica. La leggenda dice che, duemila anni prima di Cristo, sbarcò il figlio di Nettuno, dio del mare, e della ninfa Satyria, si chiamava Taras e il suo nome avrebbe lasciato tracce in questi mari. Fondò il primo nucleo di Taranto e poi scomparve nelle acque del piccolo fiume.
“Il primo settembre si festeggia «la Madonna del Fiume». Uomini e donne si riuniscono di fronte alla sua statua, Clelia intona un rosario e un canto dolcissimo, si sta immersi nell’acqua sussurrando preghiere. Poi qualcuno andrà a prendere cibo, frutta, dolci, schiacciate, caffè e sambuca. Salta fuori un tavolo. Un’allegria necessaria, una sfida all’onnipotenza della modernità, una ritualità popolare, fragile, antica che fronteggia la frattura e i malanni dell’acciaio, e crea, per un breve tempo, il miracolo di un’effimera comunità. Un altro miracolo.” (dal “Messaggero di Sant’Antonio” del 25/08/22)