Mamma Schiavona

Il 2 febbraio è il giorno della Candelora, una celebrazione che incrocia spiritualità cristiana e pre-cristiana nel cuore dell’inverno. Per i cattolici è il giorno in cui Gesù è stato presentato al tempio, 40 giorni dopo il parto. Da secoli, da tutta la Campania e non solo, i fedeli arrivano a Montevergine, in Irpinia, per rendere onore alla Madonna nera alla quale è consacrato il Santuario più importante della regione. A Montevergine, però, la Candelora non è una festività cattolica come le altre: è il giorno in cui la ritualità vede partecipi e anzi protagonisti, i femminielli, che da Napoli, ogni anno da tempo immemorabile, salgono dalla Mamma Schiavona (nome confidenziale dato alla Madonna) e le rivolgono le loro più intime e vivaci preghiere. Ci sembra bell’esempio di contaminazione tra  antiche tradizioni religiose ed affermazione di nuove identità, anche sessuale, che caratterizza il nostro tempo.

“Ecco, la Candelora e le sue candele, con devozione e raccoglimento portate accese innanzi all’altare, nell’atto di consegnare a Maria i desideri dello spirito, per essere poi spente una volta espressi; la presenza del “femminile”; i canti, le tammoriate e le danze da offrire alla Mamma Schiavona, come il popolo la chiama, che tutto accoglie e tutto perdona. E’ la festa della spiritualità, della rinascita a nuova vita, quando in primavera tutto si risveglia e inizia un nuovo ciclo. È la festa della luce. Una festa che fa parte della nostra identità, da non perdere anche se non siete fedeli…” (dall’articolo, molto esauriente, di Gabriella Martini)

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