Di fronte a Matera
Matera si affaccia su una imponente gravina; un tempo la presenza umana era diffusa su entrambe le pareti e le numerose Chiese rupestri lo dimostrano. La vista di Matera dalla sponda opposta della sua gravina è incomparabile ed il sentiero che scende sul fondo della Gravina consente di compiere una breve escursione ricca di continue scoperte. A fine giornata è possibile godere della vista della città al crepuscolo. (Ci auguriamo che in vista di Matera 2019 sia migliorato l’impianto di illuminazione delle grotte che consiste in faretti alogeni poggiati per terra e cavi elettrici a vista anche in zone di passaggio). La visita alle Chiese rupestri può essere integrata con una camminata nell’insediamento rupestre dell’Ofra, sulla continuazione della Gravina di Matera. Dal 1990 questo territorio è tutelato come “Parco archeologico storico-naturale delle Chiese rupestri del Materano”, detto anche Parco della Murgia Materana.

“Grotte, chiese rupestri e villaggi neolitici sono il segno della presenza ininterrotta dell’uomo in questo habitat, prima raccoglitore, poi pastore e agricoltore.La presenza ininterrotta dell’uomo in quest’area è testimoniata da decine di villaggi neolitici, ricchi di tombe e cisterne per la conservazione dell’acqua e derrate varie”. (da www.ssassiweb.it)
“In Puglia e in Basilicata, parte del territorio si caratterizza per la presenza di gravine, ovvero solchi profondi dalle pareti subverticali ed incassate nelle rocce calcaree, scavate da corsi d’acqua, attualmente effimeri, presenti sul versante jonico delle Murge. La Gravina di Matera, in particolare, nasce dalla confluenza nei pressi della città dei torrenti Gravina di Matera e Jesce, provenienti, rispettivamente, da Altamura e da Santeramo. L’effetto visivo è di particolare suggestione: si presenta, infatti, come una profonda incisione dalle pareti scoscese, alte decine di metri dal fondo valle, lungo le quali è possibile ossservare la successione delle rocce formatesi durante l’evoluzione geologica dell’area.A fondo valle si notano le rocce risalenti al Cretaceo superiore appartenenti alla Formazione del “Calcare di Altamura”. Vi si sovrappongono i depositi datati Pliocene superiore-Pleistocene della Formazione della “Calcarenite di Gravina” pure conosciuta come “tufo calcareo”. Nella parte più alta dei versanti sono ancora osservabili le “argille Subappennine”, risalenti al Pleistocene inferiore ed i “sedimenti sabbioso-ghiaiosi terrazzati” del Pleistocene inferiore medio (dal sito “la città dell’uomo“).