La Via Crucis di Barile (PZ)
Posted by Antonio Tartaglione on April 24, 2014 · Leave a Comment

QUALCHE NOTA “FOTOGRAFICA”
A Barile, in provincia di Potenza, si svolge, pare dal ‘600, una suggestiva cerimonia religiosa che fa parte dei riti della Settimana Santa. Si tratta della raffigurazione della Via Crucis, messa in scena da oltre 100 figuranti che oltre ad essere bravi attori sono mossi da dalla propria fede a rivivere le ultime ore di vita terrena del Cristo. Dal punto di vista fotografico abbiamo pensato a documentare i due momenti principali della giornata, la celebrazione liturgica e la Via Crucis vera e propria. La messa che inizia alle 13,30 e termina alle 15,00 circa vede la partecipazione commossa di tutti i figuranti. In Chiesa c’è davvero poca luce (in più le pareti sono gialle e creano una forte dominante per la loro riflessione), non si può usare il flash per non disturbare la cerimonia ed il treppiede è improponibile per via dell’affollamento dei fedeli. Anche il fotografo deve avere fede e lavorare a mano libera, aumentando la sensibilità nei limiti consentiti dal tipo di apparecchio che utilizza e lavorando con elevate aperture di diaframma. Sono condizioni “al limite” ma le foto possono acquistare, proprio a partire da tali difficoltà tecnica, una notevole forza. La Via Crucis vera e propria ha altre difficoltà. La luce diffusa del cielo nuvoloso permette di inquadrare da qualsiasi lato, ma è difficile trovare degli scorci “puliti”, per la presenza di disturbi visivi vari (tubi di grondaia, cavi elettrici, cartelli stradali ecc. ) per non parlare della onnipresenza del nero in generale nell’abbigliamento delle persone.
Testi utili
Dal sito routeofbaroque.enbach.eu/
“La Via Crucis di Barile, un piccolo centro del Vulture Melfese in cui ancora oggi si parla un’antica lingua di origine albanese (l’arberesco), è una delle ultime e più suggestive processioni con personaggi viventi che si svolgono in Italia meridionale. Nel maggio del 1983, una versione solenne della processione si svolse nella Città del Vaticano, alla presenza di Giovanni Paolo II. Le sue origini sembrano risalire al XVII secolo, quando il dramma di Cristo venne inscenato per la prima volta da un sacrestano a margine dei riti della Pasqua liturgica. Oggi è possibile ammirare questa spettacolare tradizione anche in alcuni comuni limitrofi (Rapolla, Atella, Maschito, Venosa e Rionero in Vulture).
La Sacra Rappresentazione di Barile inizia con la funzione religiosa dell’ora nona (le tre del pomeriggio del nostro orologio), esattamente nell’istante in cui Gesù morì sulla croce duemila anni prima. Il corteo, che rievoca la Passione e la Morte di Cristo, sfila nello scenario suggestivo del centro storico. Alla processione partecipano oltre cento attori, ripartiti in 25 gruppi. Le cupe atmosfere che accompagnano la Via Crucis simboleggiano il senso di colpa dei cristiani. La lugubre sfilata, aperta dai Centurioni romani e dalle Marie, prevede la presenza di tre immagini diverse del Cristo. Oltre a quello che trascina esanime la Croce, seguito da lontano da una commovente Madonna atterrita dal dolore, prendono parte alla rappresentazione anche il Cristo fustigato e l’Ecce homo con in mano uno scettro di canna. Non mancano attori che impersonano gli altezzosi Sacerdoti del Sinedrio. La processione di Barile si distingue anche per la presenza della Zingara e del Moro. La prima, agghindata con preziosi gioielli, personifica la lussuria e la colpevole noncuranza degli uomini per le sorti del Redentore. A lei si deve, seconda la tradizione, la fabbricazione dei chiodi della Crocifissione. Il Moro, invece, a detta degli studiosi locali, simboleggia l’invasore turco che avrebbe costretto gli albanesi a trasferirsi a Barile. Una figura che ritroviamo anche durante le sfilate dei giganti che si svolgono in molte città calabresi e siciliane, spesso accompagnata o sostituita dal cammello. Come al solito, si tratta di simboli opachi, su cui si sono accumulate così tante leggende da rendere quasi impossibile (e persino superfluo) rintracciarne l’origine.”
Il personaggio piu’ insolito e’ la Zingara, la piu’ bella ragazza del paese, abito scintillante e ricoperta dei gioielli della gente piu’ facoltosa di Barile.
E’ un chiaro richiamo alle origini albanesi dei paese.
La natura del corteo mostra un’evidente commistione di elementi sacri e profani, poiché i personaggi storici si mescolano a figure più tipicamente popolari dal forte contenuto simbolico.
Nella straordinaria rievocazione della passione di Cristo, motivo di grande significato è l’oro che copre i simboli e riveste i personaggi della sacra rappresentazione.
Sembra che si vogliano rappresentare statue piuttosto che figure in carne e ossa, o meglio le raffigurazioni ieratiche e quasi inespressive oltre che coperte di oro, proprie dell’arte bizantina.
E’ l’oro, infatti, il motivo ricorrente della manifestazione: l’oro che copre le croci e gli abiti bianchi delle “tre Marie”, bimbe che simboleggiano purezza e innocenza, le braccia impastate della Veronica, impreziosisce le dita deisacerdoti del Sinedrio; l’oro – infine- che intesse il vestito dell’Addolorata, identico a quello della statua che troneggia in ogni chiesa del Sud.
Il corteo si chiude con la presenza delle statue del Cristo Morto e dell’Addolorata, preceduti dal Sacerdote che invita i fedeli alla preghiera ed alla meditazione dei misteri.
A Barile, ogni abitante, in cuor suo, fin dalla ricorrenza della festività in onore di San Giuseppe, incomincia a rivivere l’impegno interiore per la manifestazione. Tutti, direttamente o indirettamente, sono coinvolti, basti pensare che la manifestazione conta 25 gruppi di personaggi ed interessa ben 116 persone.
Adulti, giovani, giovanissimi, ragazze, giovanette e bambini conoscono, ormai, bene il loro ruolo. I contenuti simbolici della rappresentazione vanno ricercati sia nella direzione spiccatamente religiosa, sia in quella particolarmente paganeggiante, nella presenza di personaggi realmente cristiani al tempo della condanna di Cristo; in quelli creati dalla fantasia popolare; nei personaggi che soffrono ed in quelli che godono nella loro alterigia; nella serietà con cui i giovani interpretano i vari ruoli;nella fastosità e contemporanea semplicità dei costumi.
Il dramma di Cristo si rivive, per 4 ore, per le strade scoscese del paese, in tutti i suoi risvolti emotivi, sentimentali, di devozione, di curiosità. Il sincretismo religioso assume toni culturali veri e propri, originali e per nulla mutati nel tempo. Fede, tradizione e storia, in quest’angolo di Basilicata, si tengono per mano e costituiscono il tessuto connettivo di questo popolo che custodisce gelosamente la sua civiltà”.
2) SIMBOLO DELLE TRE MARIE: Maria di Magdala, Maria di Cleofe, Maria di Salomè.
3) STENDARDO: E’ un vessillo che precede le 33 ragazze simboleggianti i 33 anni di Gesù Cristo e ciascuna di esse sostiene un vassoio, contenente un oggetto della Passione (martello spugna , chiodi , tenaglia , 33 denari , gallo che cantò , la corona di spine ecc.).
4) ANNA CON QUATTRO SACERDOTI DEL SINEDRIO: Sono i Dottori della Legge Ebraica che per tema di essere destituiti dal loro potere, iniziarono la lotta al Cristo.
5) CRISTO CON LA COLONNA E I SOLDATI ROMANI: Figura simbolica, che ricorda il momento in cui Gesù fu legato ad una colonna e fustigato. La tradizione vuole che sia coperto e da tutti sconosciuto. E un personaggio che fa voto e per la posizione che assume si sottopone a grandi sofferenze.
6) MARTA.
7) ZINGARA: La leggenda vuole, secondo la tradizione paesana, sia quella che fornì i chiodi, rudemente forgiati, con i quali avvenne la crocifissione.
8) MADRE DI GIOVANNI APOSTOLO: Pia donna che accompagnò l’Addolorata lungo la strada che conduceva al Calvario.
9) MALCO: Legato da funi con le quale si batte e con scarpe grosse, calzate a rovescio come cilicio; è l’uomo, che avendo schiaffeggiato Gesù, sarà condannato a non trovare pace in eterno. Infatti la rappresentazione lo mostra senza posto fisso.
10) CAIFA CON I SACERDOTI DEL SINEDRIO.
11) CRISTO CON LA CANNA – REX IUDEORUM – ECCE HOMO: Figura simbolica, che ricorda il momento in cui a Gesù è stata data la canna come scettro. La tradizione vuole che vada coperto e sia a tutti sconosciuto. Anche questo è un personaggio che fa voto e si sottopone a grande sofferenza.
12) TAMBURO.
13) SAMARITANA: La donna che ha offerto dell’acqua a Gesù.
14) MORO: Lo vuole nella rappresentazione la tradizione. Non ha una identità precisa, forse vuole essere un personaggio di contrasto e quindi pagano.
15) VERONICA: La donna che ha asciugato il volto sporco di sangue a Gesù, porta con sè il panno, sul quale è rimasta impresa l’immagine del Cristo.
16) PILATO CON I PRETORIANI E I PICCOLI LIBERTI.
17) ANGIOLETTO CON CALICE.
18) CRISTO CON LA CROCE E I SOLDATI ROMANI: Cade tre volte lungo il percorso si sottopone a grandi sofferenze
19) CIRENEO: Colui che ha aiutato Gesù a trasportare il pesante legno.
20) TRE RAGAZZE CHE PORTANO: La Corona, il Cristo Morto, la Spada.
21) MARIA ADDOLORATA: Madre di Gesù.
22) PORTATRICI DELLA SACRA SINDONE: Tre ragazze portano il lenzuolo nel quale fu avvolto Gesù appena deposto dalla croce.
23) LE PIE DONNE.
24) SANTI PIETRO E GIOVANNI: Preceduti da due Angeli e Giuseppe D’Arimatea.
25) MARIA MADDALENA.
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